Mio padre ora ha un’altra famiglia. E noi abbiamo trascorso il Capodanno con le lacrime agli occhi…
L’ho visto raramente, solo per caso.
Un tempo, i miei genitori si amavano profondamente. Il loro amore era sincero, forte. Per quasi quindici anni hanno vissuto insieme, e io, il loro unico figlio, sono nato da quella storia d’amore.
Avevo otto anni quando mia madre si sedette accanto a me, rimase in silenzio per un lungo istante, poi sospirò profondamente e disse: — Figlio mio, tuo padre si è innamorato di un’altra donna. Ora vivremo solo io e te…
Non riuscivo a comprendere. Come poteva essere? Come si fa semplicemente ad andarsene? Credevo che i genitori non potessero smettere di amarsi, che la famiglia fosse per sempre. Speravo che papà cambiasse idea, che tornasse. Ma non tornò.
Mamma lavorava senza sosta, affinché non ci mancasse nulla. Prese due lavori, perché il suo orgoglio non le permetteva di accettare denaro da mio padre. Diceva che ce l’avrebbe fatta, anche se spesso la vedevo passare le notti seduta accanto alla finestra, persa nei suoi pensieri. Forse pensava al passato. O forse cercava un modo per andare avanti.
E papà? Aveva una nuova vita. C’era un’altra donna, un’altra figlia della mia stessa età. La amava di sicuro. Ridevano insieme, passeggiavano, andavano in vacanza, festeggiavano le ricorrenze con tavole imbandite. A me, invece, restavano solo incontri rari e casuali, che non erano altro che un’ombra della mia vita precedente.
E così è stato anche alla fine dello scorso anno.
Dopo un Natale silenzioso e malinconico, io e mia madre uscimmo a fare una passeggiata. Lei sorrideva, diceva che l’aria era speciale, che profumava di festa. Ma nei suoi occhi c’era tristezza. Entrammo nei negozi, osservammo le vetrine, senza acquistare nulla. Avevamo pochi soldi, e lei fingeva che non ci servisse niente.
Ci fermammo davanti a una gioielleria. Stavo guardando le luci scintillanti quando, all’improvviso, vidi una figura familiare. Era papà.
Sorrideva, intento a scegliere qualcosa. Al suo fianco, una donna. E accanto a lei, una ragazza con gli occhi brillanti di emozione, che ammirava un anello. Papà pagò senza esitazione.
Il mio cuore si fermò. Aveva davvero un’altra famiglia. Era felice con loro. E a quanto pare, non pensava più a noi.
Strinsi la mano di mia madre, indicandole la scena. Lei li vide. Sentii le sue dita irrigidirsi. Poi, senza dire una parola, si voltò e riprese a camminare come se nulla fosse successo.
Tornammo a casa. Nel frigorifero c’era poco. Mamma prese un po’ di carne macinata e delle patate per preparare un pasticcio. Io mi sedetti in silenzio, incapace di parlare.
Quella sera di Capodanno, mentre la città esplodeva di fuochi d’artificio e la gente si scambiava auguri gioiosi, noi rimanemmo lì. Ognuno immerso nei propri pensieri.
Una volta, le feste erano diverse. Una volta, eravamo una famiglia.
Ma allora, perché entrambi avevamo le lacrime agli occhi?