Un gesto inaspettato

Sabrina era in un bagno di sudore. Non solo per il caldo torrido di luglio, ma per la morsa di ansia che le stringeva lo stomaco. Teneva stretto tra le braccia il piccolo Lorenzo, mentre gli altri quattro gemelli – Marta, Filippo, Gaia e Nico – si aggrappavano stanchi al carrello della spesa, colmo solo dell’essenziale: latte, pannolini, un po’ di frutta, pane, e quel pacchetto di biscotti promesso come ricompensa.

Da poco rimasta vedova, si trovava a fronteggiare una verità dura e crudele: i soldi non bastavano mai.

— Centotredici euro e sessanta, — annunciò la cassiera, monotona, senza alzare lo sguardo.

Sabrina sbiancò. In borsa aveva solo centocinque euro. Frugò nel portafoglio con dita tremanti: due monete da cinquanta centesimi, nient’altro.

— Mi perdoni… devo togliere qualcosa, — disse a voce bassa. — Forse il detersivo… e il succo?

La cassiera sbuffò con impazienza. — Signora, qui non stiamo giocando. Doveva pensarci prima. C’è altra gente in fila, sa?

Dietro di lei, una donna anziana fece un sospiro esasperato. Un uomo controllava l’orologio scuotendo la testa.

— Mi dispiace… davvero… sto facendo del mio meglio, — mormorò Sabrina.

Ma la cassiera non mostrava alcuna comprensione. Rimosse due prodotti dal nastro con un gesto brusco e indicò la persona successiva. — Avanti il prossimo!

Sabrina restò immobile, con il cuore che si sgretolava. I bambini avevano smesso di parlare. Gaia le teneva la mano, forte, come se volesse darle forza.

— Solo un attimo… per favore…

— Non c’è bisogno, signora, — intervenne una voce calma e gentile alle sue spalle. — Il conto è già stato saldato.

Sabrina si voltò, sorpresa. Un uomo sulla quarantina, volto sereno e familiare, stava porgendo la carta alla cassiera.

— Ma… non deve… — balbettò lei, incredula.

— Sì, invece. Lo faccio per mia madre. Oggi avrebbe compiuto gli anni, e questo è il modo migliore per onorarla. Era una donna come lei.

La cassiera esitò solo un istante, poi concluse la transazione.

Sabrina lo guardò con gli occhi pieni di gratitudine. — Non so nemmeno come ringraziarla…

— Il suo sorriso e quello dei suoi bimbi bastano, — rispose l’uomo, indicando i piccoli. — L’amore che dà ogni giorno… merita di tornare indietro, almeno un po’.

Sabrina sorrise, con le lacrime agli occhi. Quel gesto non era solo generosità: era la prova che, anche nei momenti più duri, l’umanità sa ancora brillare.

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